Dottor Gazzano, potrebbe presentarsi a tutti i tifosi della nostra nazionale?
Mi chiamo Claudio Gazzano, ho 33 anni, sono nato e vivo a Sanremo.
Tengo a precisare, dato che ne sono molto orgoglioso, che non sono un semplice sanremese, ma un autentico sanremasco, poiché da generazioni la mia famiglia risiede nella città dei fiori.
Dopo essermi diplomato al Liceo Classico G.D. Cassini mi sono iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Genova, dove ho conseguito la tanto agognata laurea nel 2008. Da lì in poi ho collezionato diverse esperienze lavorative: dal ruolo di segretario al Casinò Municipale di Sanremo a quello di insegnante presso la Cepu, dal lavoro come operaio presso il laboratorio farmaceutico CT a quello svolto all’interno della ditta Carli, senza dimenticare l’incarico da orientatore professionale ricoperto al Centro per l’impiego di Imperia.
Attualmente collaboro con una filiale di Sanremo di una nota compagnia assicurativa, la svizzera Zurich, società leader nel settore con una grande tradizione alle spalle.
Quali sono i suoi interessi sportivi?
Sono da sempre un grande appassionato di sport in generale e di calcio in particolare. La mia squadra del cuore è l’Inter, società che da sempre combatte contro le ingiustizie di un sistema marcio e corrotto, come testimoniato dalle decisioni prese dalla giustizia sportiva e da quella penale negli ultimi anni. Sotto un certo punto di vista, le battaglie portate avanti dalla società nerazzurra per cambiare il modo di fare calcio in Italia ricordano molto da vicino quelle condotte con coraggio dal Principato di Seborga per affermare la sua indipendenza dalla Repubblica. In entrambi i casi, infatti, esistono dati di fatto inconfutabili a sostegno delle rispettive rivendicazioni.
Sempre in tema di sport, seguo con attenzione il basket, sia quello italiano, con la mia Olimpia che ha finalmente riconquistato lo scudetto dopo 18 anni di attesa, sia quello statunitense, dove i miei Lakers, guidati dall’immenso Kobe Bryant, attraversano purtroppo un momento di difficoltà.
Come è entrato in contatto con il mondo del Principato di Seborga?
Tramite il mio grande amico Matteo Bianchini, Direttore Sportivo e co-Commissario Tecnico del nostro ente sportivo, senza il lavoro del quale nulla si sarebbe realizzato. Ci conosciamo fin dai tempi del Liceo Cassini quando, da compagni di classe, abbiamo iniziato a porre le basi di una lunga collaborazione sportiva in vari ambiti.
Un Liceo considerato molto prestigioso…
Si, poiché ha conosciuto tra i suoi allievi personaggi del calibro di Italo Calvino ed Eugenio Scalfari, del quale, peraltro, non condivido per nulla scelte e modi di pensare ed agire. Ci rende molto più orgogliosi sapere che vi insegnino attualmente docenti come il Professor Antonio Marcianò.
Quali sono gli obiettivi della vostra gestione?
Il nostro obiettivo, comune e condiviso, è in primis quello di dare stabilità strutturale e continuità organizzativa alla Federazione attraverso iniziative sportive di vario genere tese a diffondere ancora di più il nome ed il prestigio di Seborga a livello nazionale ed internazionale.
In questo senso, ci auguriamo che la partita contro Sealand, prima della nostra storia, non rappresenti un caso isolato, ma sia solo l’inizio di una lunga serie di sfide all’insegna del rispetto reciproco, della correttezza e della condivisione di principi morali e valori universali.
Sappiamo che con Bianchini siete impegnati anche su altri fronti sportivi…
A tal proposito, anche con l’aiuto della mia fidanzata Linda Chittolini che ricopre l’incarico di segretaria della neonata Federazione di Seborga, cercheremo di instaurare e consolidare relazioni di carattere sportivo e manageriale con altre realtà associative della nostra zona. Penso, ad esempio, all’AWF Arma-Sanremo ed all’altra nazionale con cui collaboriamo ossia la Federazione del Libero Anarcato di Bajardo, nota ai più con il nome di Labaj-Riviera dei Fiori, che ha appunto la propria sede nella splendida cornice del paese tanto caro ai druidi di origine celtica.
Bajardo ha tanti aspetti in comune con il Principato di Seborga, quali il fantastico panorama che si può ammirare, l’aria pura ed incontaminata, un cielo terso e sempre limpido – anche se meno di un tempo a causa dell’azione inquinante delle scie chimiche – nonché l’aspirazione alla libertà ed all’indipendenza. Il Labaj avrebbe tutti i presupposti per creare una proficua collaborazione con i paesi della costa nonché con quelli della Tera Brigasca e delle Alpi Marittime, noti per una famosa mescolanza di culture e consuetudini locali che si riflettono nel particolare dialetto parlato in quei luoghi. Ci auguriamo quindi che oltre alla Nazionale di Seborga possa crescere, per un reciproco supporto, anche quella che rappresenta la nostra provincia e la sua unione, direi unica, tra mare e montagna.